Open Studio a Casa degli Artisti

Due residenze in dialogo l’11 giugno, dall’Arabia Saudita a Milano, passando per il tempo, la luce e l’ecologia poetica: un pomeriggio per esplorare l’arte nel suo farsi, tra studio visit, incontri e visioni in corso. Mercoledì 11 giugno, dalle 17.00 alle 21.00, Casa degli Artisti apre le porte per un nuovo Open Studio, un’occasione unica per incontrare da vicino le artiste e gli artisti in residenza e scoprire i progetti in corso all’interno degli atelier. L’iniziativa si sviluppa su due percorsi distinti: da un lato il lavoro delle artiste saudite Madhawi AlGwaiz e Latifa AlBokhari, in residenza a Milano grazie alla collaborazione con il Misk Art Institute e la curatela di That’s Contemporary; dall’altro, gli otto protagonisti della residenza AAA – Atelier Aperti per Artista, attualmente attivi negli spazi della Casa. Al centro della proposta delle artiste saudite c’è il tema dell’acqua come elemento di memoria, trasformazione e connessione. In Men Almaa, Madhawi AlGwaiz indaga il comportamento delle onde e della luce nell’acqua; in What Once Was, Latifa AlBokhari rilegge Milano attraverso i suoi corsi d’acqua nascosti, unendo fotografia e tessile in una narrazione urbana e intima. I loro atelier saranno visitabili l’11 giugno, e il giorno seguente (12 giugno) sarà possibile partecipare a un workshop gratuito condotto dalle artiste e introdotto dalla filosofa Arianna Jakubowki. Contemporaneamente, il pubblico potrà visitare gli studi degli artisti e delle artiste della residenza AAA, un programma che offre spazi di lavoro protetti in città e accoglie progetti che attraversano media e tematiche differenti. Tra questi, la ricerca sul tempo di William Aparicio, la resurrezione linguistica di Sabrina D’Alessandro, la scultura sensoriale di Francesco De Molfetta, i mari monocromatici di Sabine Delafon, le installazioni sonore di Graziano Folata, i drappi narrativi di Coquelicot Mafille, le lucigrafie astronomiche di Claudia Mendini, e la ricerca sulle sessualità animali di Benedetta Panisson. L’Open Studio dell’11 giugno si configura come un momento aperto di scambio e confronto, in cui arte, ricerca e relazione trovano spazio in una dimensione non espositiva ma processuale. Un’occasione per esplorare le domande e le visioni che animano la creazione contemporanea, in un luogo che continua a essere fucina di esperimenti e dialoghi interdisciplinari.