Sublimi

La mostra si compone di due altre serie di lavori, distribuiti al piano inferiore e superiore, che riprendono l’idea della processualità del mondo naturale. La serie Deposizione, nell’ex fontana, è una tela bidimensionale che ha assunto una dimensione scultorea tridimensionale per effetto di una particolare acqua vulcanica. Poste sotto una cascata di Saint-Nectaire, piccolo villaggio della Francia centrale, per sei mesi, le tele si sono pietrificate. Scorrendo sulla juta, l’acqua deposita di cristalli di calcite, ma mentre nel caso delle stalattiti, queste impiegano centinaia di anni, lì la natura accelera tale processo, mostrando il risultato di un metaforico viaggio nel tempo. L’opera Limes, sospesa invece sotto la cupola del presbiterio, si ispira al concetto di limite e di frontiera. Quando viene trovato il corpo di un lupo, in accordo con la legge italiana, questo deve essere cremato in centri specializzati. In Limes, le ceneri di un lupo sono state sparse all’interno di cristallo fuso, successivamente colato in stampi dalle forme dell’opera. Gli antichi romani, che temevano e ammiravano il lupo che li accudì, sono stati i primi a fare delle finestre di vetro per proteggere le loro abitazioni e chiamavano limes il confine, della casa come dell’impero. Una finestra di vetro che di solito separa il mondo animale da quello umano, in questo caso, li riunisce, com-portandosi come una barriera trasparente fra due universi. Dove l’altare rimanda al punto in cui il divino incontra l’umano, l’opera costituisce un punto di incontro. Tutte le opere in mostra si muovono sul confine tra ciò che è propriamente umano e ciò che tende a superarlo: il sacro, la natura, l’animale, mostrando come queste dimensioni, che la società occidentale tende a separare, si compenetrano inevitabilmente. La capacità trasformativa della materia, i processi fisici e chimici della natura e della tecnica sono gli elementi che Namsal Siedlecki usa nella sua ricerca per cambiare il piano di lettura e di interpretazione della realtà.
Io sono Io. Io sono Me

Galleria Tiziana Di Caro presents Io sono Io. Io sono Me, the fourth solo exhibition by Tomaso Binga (alias Bianca Pucciarelli Menna, Salerno, 1931) held at the gallery, opening on Friday, May 23, 2025, at 11:00 AM until 12, September, 2025 The project spans the artist’s entire creative time frame, following the thread of writing as a sign or narrative element which, throughout a practice now spanning over fifty years, unfolds in various forms, insisting on a principle the artist has always proclaimed and warded: writing must carry a subliminal intent, it must operate independently of the meanings it expresses or the sounds produced by each word. In this sense, writing becomes “silent writing.” The title of the exhibition is borrowed from a 1977 work, a photographic diptych in which handwriting is embedded in the image and frames the body through what Binga defines as “living writing.” Io sono Io. Io sono Me is a work where the repeated use of the personal pronoun indicates a reclaiming of subjective identity, autonomy, and independence. It is precisely this autonomy and independence that Tomaso Binga has embodied throughout her career, never succumbing to trends, but instead advancing with determination and coherence, both artistically and personally.
Maurizio Pometti – L’A_SOCIALITÉ

Maurizio Pometti – L’A_SOCIALITÉ A Modica, lo scorso 3 maggio, è stata inaugurata “L’A_SOCIALITÉ”, una mostra dell’artista Maurizio Pometti (Catania, 1987). Sin dal titolo scelto, che all’ascolto risulta foneticamente indistinguibile, il curatore Giovanni Scucces ha voluto giocare sul dualismo fra socialità e asocialità puntando l’attenzione sulle relazioni in un’epoca contraddistinta da un forte individualismo […]
HO L’IMPRESSIONE CHE MI MANCHI QUALCOSA

HO L’IMPRESSIONE CHE MI MANCHI QUALCOSA “I Get the Feeling That I’m Missing Something” is not just a title, it’s also an invitation: an urging to repair something, to reflect, and to realign. The exhibition space is turned into a construction site consisting in marks, materials and surfaces that seek to piece the world […]
MEMBRANE

Through the deeply personal and diverse research of artists Bram Braam (*1980, Netherlands), Giovanni de Cataldo (*1990, Rome), Inma Femenía (*1985, Pego), Tycjan Knut (*1985, Warsaw), Vikenti Komitski (*1983, Sofia), and Alessandro Vizzini (*1985, Cagliari), MEMBRANE seeks to investigate the relational space in which matter becomes a configuration of the relationship between subjects and objects. Not merely surfaces, but membranes understood as sites of mediation, where even time becomes material space—a living environment for expression, transmission, and archiving.
G.M.

Federico Antonini, (1985) è un art director, ricercatore e collezionista di libri, per Esposizione Sud Est, spazio indipendente per l’arte contemporanea sito a Conversano (Ba), presenta G.M.. Il geist – spirito – della mostra consiste in una riflessione sulla disfunzionalità di oggetti e di pratiche, e il tentativo di rifunzionalizzazione o “allineamento”. La sigla che compone il titolo sta per la parola good morning e traduce il movimento incipitario o se vogliamo propiziatorio che attraversa le tre opere in mostra: quel senso di cominciamento che è proprio delle mattine, che è inscritto nei gesti automatici del risveglio e negli spostamenti abituali – svolti di buon’ora – di chi vive in una grande città. È un buongiorno disfunzionale quello di Antonini, che in G.M. celebra la fuga dalla produttività, demistificando e al contempo esaltando una metafisica del quotidiano. Ne vien fuori una sorta di materialismo romantico che da un lato distrugge i presupposti ontologici dell’oggetto e del pensiero che lo pensa, e dall’altro promette nuovi apparati di osservazione.
MI GUARISCE LA NOTTE

MI GUARISCE LA NOTTE “Mi guarisce la notte” [“The night heals me”] is Thomas Berra (*1986, Desio)’ s second solo exhibition at the gallery in Piacenza, featuring a special project by Dj Majuri and the presentation of the vinyl created for the show. “The night heals me” is an instant stopped on the canvas. A […]
TANTO PER INIZIARE UN DISCORSO

Il progetto di Mohsen Baghernejad Moghanjooghi si sviluppa al piano terra dello spazio espositivo, dove realizza un’installazione site specific in mattoni, dal titolo We’ll See. Attraverso l’uso espressivo di diverse lingue, le opere del giovane artista iraniano si aprono a riflessioni sul cambiamento climatico, sull’indeterminatezza della nostra percezione del tempo e sulla bellezza come risultato della continua stratificazione culturale. Al primo piano dell’edificio, troviamo il progetto di Michelangelo Consani dal titolo Fukushima 50, che prende ispirazione dall’omonimo film del 2020 diretto da Setsurō Wakamatsu. Il film fa riferimento alla storia vera di un gruppo di dipendenti (cinquanta) che furono costretti a rimanere nella centrale nucleare di Fukushima Dai-ichi per scongiurare la distruzione totale. In questo nuovo progetto Consani evidenzia la questione ambientale come territorio politico, nel quale i percorsi di sostenibilità diventano pratiche di resistenza quotidiana, mentre i modelli esistenti rimangono ancorati ad insostenibili equilibri figli della guerra fredda e delle sue logiche.
IMPERMANENZA

BIANCHIZARDIN è lieta di presentare IMPERMANENZA, una mostra personale di Catherine Leo, ospitata presso gli spazi di Art Gallery Finestreria a Milano. L’inaugurazione si terrà martedì 13 maggio alle ore 18.00. La mostra fa parte del ciclo di collaborazioni esterne con cui BIANCHIZARDIN esplora contesti diversi al fine di accogliere e valorizzare i progetti site-specific dei propri artisti.
Lulù Nuti, STABAT

Lulù Nuti, STABAT Dear Carla, Just sending you some scattered thoughts.The exhibition speaks of an absence being observed.The sculpture rises from the floor and clings to the walls, inhabiting a space where matter itself seems to falter. Here, from being observed, it becomes an active observer.A silent witness to those who pass through the […]