I M A G I N E W O R L D S allora, dopo, oggi
Da martedì 26 marzo 2024 sarà possibile vedere presso Kunst Meran Merano Arte un importante manoscritto originale del Cantare dei Nibelunghi, risalente al 1300 circa, di proprietà della Biblioteca di Stato di Berlino. L’opera andrà a integrare il percorso proposto dalla mostra I M A G I N E W O R L D Sallora, dopo, oggi, curata di Harald F. Theiss e parte del progetto interdisciplinare in collaborazione con l’Accademia di Merano e il Festival Sonora, NIBELUNGEN: il ritorno.
Compiendo un viaggio a ritroso, il manoscritto viaggerà da Berlino all’Alto Adige, luogo in cui era rimasto fino al XIX secolo. Per quanto, infatti, la lingua proposta sia riconducibile all’area sveva, il suo primo proprietario fu infatti il nobile Antonius von Annenberg (1420-1483/1484), che abitava nell’omonimo castello nei pressi di Laces, ed era uno dei più importanti collezionisti di libri nel Tirolo del XV secolo. Il codice restò nella biblioteca di Annenberg fino all’estinzione della famiglia e passò quindi nelle mani dei conti Mohr, che abitavano sempre a Laces, a Castel Montani di Sopra, fino ad essere acquisito nel 1833 dal tirolese Beda Weber (1798-1858), professore, storico locale e monaco benedettino dell’abbazia di Marienberg, che a sua volta lo vendette al libraio berlinese Adolf Asher (1800-1853), da cui arrivò a quella che allora era la Biblioteca Reale di Berlino.
Il Cantare dei Nibelunghi è il più importante poema epico della letteratura tedesca medievale. Composto intorno al 1200, a partire da numerose leggende tramandate oralmente, comprende due diversi livelli narrativi: un primo nucleo racconta le gesta eroiche di Sigfrido, come l’uccisione del drago e la conquista di un tesoro di inestimabile valore, e ha radici in saghe scandinave dell’alto medioevo; un secondo affronta una serie di vicende storiche legate alla caduta dei Burgundi. Il confronto con il manoscritto apre la possibilità di ripensare aspetti della storia culturale europea ed extraeuropea. Parallelamente alla mostra, in cui il manoscritto è affiancato a una serie di opere di artisti e artiste contemporanei che interrogano i concetti di mito, eroe e costruzioni di genere, l’Accademia di Merano propone un ciclo di conferenze, convegni accademici e incontri volti a approfondire le diverse interpretazioni storiche e ricezioni del Cantare dei Nibelunghi.
Martedì 26 marzo alle ore 20, Merano Arte propone una serata dedicata all’arrivo del manoscritto, accompagnata da un approfondimento di Leo Andergassen, direttore di Castel Tirolo – Museo storico-culturale della Provincia di Bolzano, e dall’intervento musicale di Philipp Lamprecht, versatile percussionista e cantante venostano, attualmente tra i più importanti musicisti a muoversi tra musica medioevale e contemporanea, che proporrà un breve excursus sulle melodie tratte o attigue al Cantare dei Nibelunghi.
Visitabile fino al 19 maggio, la mostra I M A G I N E W O R L D S esplora, con gli strumenti dell’arte, la rilevanza sociopolitica e le formazioni delle funzioni identitarie, puntando sull’incontro tra linguaggio visivo e scritto. A partire da opere di arte contemporanea internazionali e da un progetto partecipativo, permette riflessioni critiche, contestualizzazioni e ricostruzioni di qualcosa che va oltre alla semplice narrazione tradizionale: interroga la memoria collettiva e il rapporto tra la costruzione e la decostruzione di miti eurocentrici in un’epoca di ridefinizione post-coloniale e post-migratoria del mondo. Nel contesto di concetti sociali, vengono esaminati i modi in cui qualcosa avrebbe potuto essere allora, è stato dopo, ed è oggi. La mostra riguarda anche l’emergere di nuove immagini di sé e degli altri. Stabilisce delle connessioni con la formazione delle classiche immagini eroiche e con le loro manifestazioni mediatiche contemporanee, ma anche con i cambiamenti dei ruoli di genere. In particolare, l’ideale dell’amore cortese rappresenta un sistema di valori che ancora oggi influisce sulle norme sociali e la cui comprensione approfondita può aiutare a chiarire azioni culturali più recenti, non solo per quanto riguarda la critica istituzionale queer-femminista e le prospettive specifiche di genere.
I M A G I N E W O R L D S è più un gioco di pensiero associativo che una riproduzione dell’epica con nuove immagini. Utilizzando l’arte dell’allusione e del riferimento, la mostra ragiona sull’ambivalenza dei miti, sulla scomparsa e sull’emergere di nuove storie e mitizzazioni. Vengono messe in scena nuove creazioni artistiche che raccontano cambiamenti culturali e aspetti che caratterizzano la società. Attraverso opere non solo di matrice linguistica, la mostra ha il coraggio di creare degli spazi vuoti, intesi come momenti di riflessione intorno a una realtà costituita da arte testuale, media art, forme interattive ma anche dipinti, disegni, oggetti scultorei.
In questo modo I M A G I N E W O R L D S consente una visione ampia del concetto di mito, rimandando ai significati e alle trasformazioni delle narrazioni (mano)scritte, dell’autorialità, della storia, dell’estetica, della ricezione, della demistificazione, delle costruzioni di genere – allora, dopo, oggi…