Maurizio Pometti – L’A_SOCIALITÉ














A Modica, lo scorso 3 maggio, è stata inaugurata “L’A_SOCIALITÉ”, una mostra dell’artista Maurizio Pometti (Catania, 1987). Sin dal titolo scelto, che all’ascolto risulta foneticamente indistinguibile, il curatore Giovanni Scucces ha voluto giocare sul dualismo fra socialità e asocialità puntando l’attenzione sulle relazioni in un’epoca contraddistinta da un forte individualismo e dal sovraccarico di connessioni digitali.
Lo scopo è cercare di far riflettere non solo sull’importanza delle relazioni e su come esse stiano cambiando. Ma anche sulla necessità di avere rapporti umani autentici fondati sull’interazione faccia a faccia, su quella presenza in carne ed ossa che possa sfociare in contatto anche in un’era dominata dai social network e dalle “presenze fantasma”. Le 19 opere in mostra alla Galleria SACCA vogliono essere un monito a riscoprire il valore della socialità, della famiglia, dell’amicizia, dell’amore.
Nell’attuale era social siamo sovrastati da un incredibile numero di “amici”. Un sovraccarico di connessioni che in realtà ci fa sentire più soli perché tutto avviene in maniera mediata, attraverso uno schermo, e di conseguenza tutto diventa più sterile e meno autentico. Stiamo diventando più social, ma meno sociali…
Inoltre, parlando di relazioni sociali anche la memoria ha un ruolo importante. Il ricordo di eventi ed esperienze condivisi creano e rafforzano legami. Più le reminiscenze sono vivide e sentite e più fungono da collante con i protagonisti che hanno vissuto proprio quella esperienza. Si tratta di un lungo filo rosso che lega passato e presente e si intreccia con le nostre vite e quella dei nostri cari “coprotagonisti”.
La ricerca di Maurizio Pometti, in particolare quella su cui punta l’attenzione questo progetto, si configura come un tributo alla forza delle relazioni e al potere evocativo della memoria. Osservando le opere in mostra, relative agli ultimi cinque anni della sua attività, si ha come la sensazione di sfogliare un album di ricordi. L’artista scava nei meandri più profondi della propria esistenza, di quella dei suoi cari, ma anche di perfetti sconosciuti, restituendo immagini che parlano una lingua universale: quella delle relazioni, della condivisione, della vita con gli altri e quindi della vita di tutti noi.
Scene di gruppo evocano spesso momenti felici e celebrano legami all’interno di contesti indefiniti e atmosfere sospese e senza tempo. Fra tutte le opere in mostra, tuttavia, due ritraggono individui solitari. Due persone immerse in un dialogo silenzioso con il proprio Io: in “Oltre l’apparenza (omaggio a Giovanna Brogna Sonnino)” una donna scruta se stessa allo specchio, si pone delle domande, fa delle riflessioni; nell’altra un uomo rivolge lo sguardo altrove, verso il futuro, con un titolo che recita “Chissà come cambierà”. L’atteggiamento, l’espressione e le tonalità calde del giallo lascerebbero ben sperare…
Le sue opere, dal sapore nostalgico, prendono forma per mezzo di pennellate decise e materiche accostate in modo da lasciar intravedere sul fondo porzioni di tela o cartone liberi dal colore. Tutto ciò, unitamente all’utilizzo sovente di tonalità in scala di grigi e blu, accresce la sensazione di indefinitezza e pervade le opere di un’aura malinconica. Nei lavori in cui sono presenti altri colori, essi non sono mai accesi, anzi, piuttosto sbiaditi e simili a quelli delle vecchie fotografie. Quelle stesse immagini, talvolta ingiallite dal tempo, di cui si serve l’artista per dar vita alle proprie opere.
Nel processo di trasposizione pittorica, le figure perdono la loro reale identità cosicché lo spettatore può immedesimarsi e identificarsi in esse proiettandovi il proprio vissuto. Un qualcosa di simile a quello che può essere ravvisato nell’artista, intento a scandagliare in maniera introspettiva le relazioni e i legami di ieri, come di oggi e domani.
Un corpus di opere che diventano monito e invito a riscoprire il valore delle relazioni in un’epoca in cui tutto appare fondato sull’individualità piuttosto che sul nostro essere sociali. La mostra, con ingresso libero, potrà essere visitata fino al 14 giugno; dal martedì al sabato ore 16.30 – 19.30 e le mattine di martedì, mercoledì e venerdì ore 10.30 – 12.30. Gli altri giorni e fuori orario su appuntamento. Per ulteriori info consultate il sito della galleria www.sacca.online.
BREVE NOTA BIOGRAFICA
Tra le principali tappe della giovane carriera dell’artista Maurizio Pometti si segnalano: Art Market Budapest 2014; finalista per tre anni al premio “Arteam Cup” di Espoarte nel 2016, 2022 e 2023; (Fe)male, Museo d’Arte Contemporanea San Rocco, Trapani, 2017; Dormire con i fantasmi, personale alla Giuseppe Veniero Project, Palermo, 2019; finalista al Premio Artivisive San Fedele 2019-2020, Galleria San Fedele, Milano; Ligabue, La figura ritrovata (collettiva), Fondazione Museo Antonio Ligabue, Palazzo Bentivoglio, Gualtieri (RE), 2021; Vincitore del Premio Morlotti – Imbersago 17° Edizione nel 2021; “Diario di Bordo”, MACC, Museo d’Arte Contemporanea di Caltagirone, 2022; Paesaggi alternativi, mostra personale alla LeoGalleries, Monza, 2023; “Chiamata alle arti 2023”, mostra collettiva, Mucciaccia Contemporary, Roma; Custodire l’immagine (bipersonale) Fondazione Brodbeck, Catania, 2024; D’Annunzio e la Cina, Fondazione Il Vittoriale degli Italiani, 2024; Se ti stavi nascondendo dall’amore, mostra personale, Parco letterario Salvatore Quasimodo – Torre Saracena, Roccalumera (ME), 2024; Chiamata alle Arti 2021-2024, mostra collettiva, Istituto Italiano della Cultura di New York, 2024.
Informazioni
SACCA gallery – Via Sacro Cuore 169/A (ingr. da via Fosso Tantillo) – Modica (RG)
Apertura al pubblico: dal martedì al sabato ore 16.30 – 19.30 e le mattine di martedì, mercoledì e venerdì dalle ore 10.30 alle 12.30. Gli altri giorni e fuori orario su appuntamento.
Ingresso libero.
Contatti: 3381841981 – info@sacca.online