Riposare gli occhi

Il progetto espositivo riflette sull’urgenza di opporsi alle dinamiche di iperstimolazione e iperattività proprie della società produttiva e performativa, sperimentando una dimensione di inattività consapevole in un luogo – la struttura scolastica – solitamente associato e dedicato al suo opposto. De Santoli ragiona sulla connotazione politica del non agire, intesa come atto di diserzione non limitato al mero abbandono del campo di esistenza, ma come resistenza passiva contro ogni complicità esplicita o implicita verso un sistema iperproduttivo portato alla disattenzione dei propri istinti naturali di rigenerazione e stasi. Così, l’artista invita lo spettatore a un processo di riconnessione, concentrando il fulcro del suo lavoro sulla natura archetipa degli organi di senso, con particolare attenzione all’udito e alla vista. Riposare gli occhi, frase spesso utilizzata per indicare l’allontanamento da uno stato tensivo momentaneo a favore di quello di rilassamento, nasce proprio dall’esigenza di recuperare una dimensione sospesa e non visiva.
“La visività ai tempi dei media è legata all’imperativo del vedere, ovvero all’obbligo interiorizzato di dover e voler essere sempre attivi, in perfetto accordo con la triade comunicazione-produzione-consumo” (Nicoletta De Santoli).
Riposare gli occhi, come progetto espositivo, introduce all’interno degli ambienti di SPAZIO HANGAR un corpo di opere che spaziano dalla pratica performativa alla fotografia, dall’installazione sonora al video, mettendo lo spettatore di fronte alla scelta di partecipare non agendo e invitandolo a ragionare sul ruolo del lavoro – non inteso solo come strumento di produzione, ma come riconoscimento della propria esistenza attraverso le forme del fare. Il percorso espositivo si articola in forma libera ma tematica: all’interno degli ambienti permanenti di SPAZIO HANGAR, De Santoli, in collaborazione con il sound designer Gianluca Marion, introduce Riposare gli occhi, un’installazione sonora – e titolo della mostra – che ricostruisce una mappa dei suoni della sua camera da letto nel momento prossimo all’assopirsi. Ad uno spazio intimo di semi-coscienza cognitiva si alterna quello visivo, proponendo come cornice Myopia: una sequenza di opere fotografiche, scattate in analogico, inserite all’interno di dispositivi mobili di occultamento, che ne impediscono la lettura visiva complessiva alludendo allo stato percettivo di miopia. A seguire, l’artista si serve del video, ripetuto simultaneamente in più dispositivi, come forma espressiva dell’opera Lavorare stanca: video-karaoke dove al primo articolo della Costituzione Italiana De Santoli sovrascrive alcuni passi di “Distruggiamo il lavoro”, noto saggio di Alfredo Bonanno, interpretato dall’attrice Beatrice Bernini. Riposare gli occhi conclude poi il suo percorso con la pratica performativa I would prefer not to, ospitata all’interno della palestra, dove l’artista invita lo spettatore a sdraiarsi in silenzio, per sondare la capacità dello stesso di abitare l’inattività e il vuoto.
Si ringrazia Syrtis Electronics srl per aver concesso come sponsor tecnico il materiale audio necessario alla realizzazione del progetto.