Sabrina D’Alessandro. Leonardo Parlante: le parole ritrovate di un genio


C’è un Leonardo da Vinci che conosciamo poco: non l’artista, né l’inventore, ma il collezionista di parole.
Durante la sua permanenza milanese, Leonardo compilò nel Codice Trivulziano, un elenco di circa ottomila vocaboli – termini rari, latinismi, neologismi – che riteneva degni di essere ricordati. Oggi, a più di cinque secoli di distanza, quelle parole tornano a vivere grazie a Sabrina D’Alessandro e al suo URPS – Ufficio Resurrezione Parole Smarrite, con la mostra Leonardo Parlante, promossa da Casa degli Artisti e Castello Sforzesco, con il contributo di Fondazione Cariplo.
La mostra – allestita sino a fine gennaio 2026 nei cortili del Castello Sforzesco e diffusa nello spazio urbano attraverso affissioni pubbliche – trasforma Milano in un grande libro a cielo aperto. Le parole che Leonardo aveva trascritto “per non dimenticare” tornano visibili e parlanti, grazie alle sculture e alle installazioni ideate da D’Alessandro: opere che uniscono rigore linguistico, gesto plastico e immaginazione poetica.
Nel Cortile delle Armi, Salvatica, scultura in terracotta, custodisce all’interno altre parole smarrite, poste in coppie di opposti, come in un lessico morale rinascimentale. Nella Corte Ducale, le sculture Vanagroria e Purità si fronteggiano nella vasca centrale: la prima, lucente e specchiante, riflette l’illusione dell’ego; la seconda, terrena e sobria, evoca l’immagine leonardiana dell’elefante che si purifica nell’acqua. È un dialogo di materia e significato che si fa riflessione sull’etica e sulla fragilità umana.
Il progetto si estende nella città attraverso un percorso di affissioni urbane: manifesti che riportano parole tratte dal Codice Trivulziano, accompagnate da brevi citazioni leonardiane. Così infallante si lega al motto “Raro cade chi ben cammina”, mentre plenitudine risuona con “Quando l’amante è giunto all’amato, lì si riposa”.
Milano diventa così una costellazione di parole, un atlante visivo che invita a rallentare, leggere e ascoltare la lingua con lo stesso stupore con cui si guarda un’opera d’arte.
Arte, linguaggio e memoria
Il lavoro di Sabrina D’Alessandro è da anni dedicato alla rinascita del linguaggio come strumento di immaginazione e conoscenza. Con Leonardo Parlante, l’artista porta a compimento una ricerca che unisce arte visiva, filologia e filosofia del linguaggio, facendo emergere un Leonardo “parlante”, curioso e ironico, capace di dare valore alle parole dimenticate.
Il progetto, nato durante la residenza dell’artista nell’ambito del bando AAA – Atelier Aperti per Artista di Casa degli Artisti, conferma l’attenzione della Casa verso pratiche che intrecciano discipline e linguaggi, e si inserisce in un percorso di respiro internazionale: oltre a Milano, l’artista è infatti protagonista al MUNAF – Museo Nazionale di Fotografia e all’Istituto Italiano di Cultura di Oslo in occasione della XXV Settimana della Lingua Italiana nel Mondo.
In Leonardo Parlante, Sabrina D’Alessandro restituisce al pubblico non solo il lessico di un genio ma una riflessione attuale sul potere delle parole: quelle che creano legami, che danno forma al pensiero, che resistono al tempo. Le sue opere fanno risuonare la voce di Leonardo come se provenisse dal presente, ricordandoci che anche nella nostra epoca digitale la lingua resta uno spazio di libertà e di invenzione.
Milano diventa così, per qualche mese, la città che ascolta — e fa parlare di nuovo Leonardo.