L’INSIEME DELLE PARTI




La mostra L’insieme delle parti nasce intorno alla volontà di generare un luogo domestico, un salotto che vive e vibra di tutte le sue manifestazioni e che è tracciato e reso spazio a partire dai lavori di Simona Pavoni (San Benedetto del Tronto, 1994), in un dialogo delicato con una selezione di opere di Giacomo Benevelli (Reggio Emilia, 1925).
La pratica di Simona Pavoni si innesca a partire dalla sua capacità di percepire lo spazio come un insieme di elementi che lei può modellare e con i quali confrontarsi attraverso i suoi lavori. A partire dalla soglia, dove la luce svela fin da subito il suo ruolo fondamentale per la mostra, e che qui dialoga con gli Schermi, lavori in carta modello traforata che inducono a sostare e contemplare. Alle loro spalle si tratteggia lo spazio intimo di un salotto, ispirato al design degli anni ‘60. Luogo nevralgico della casa in cui si raccolgono e si innescano incontri e scambi, e dove i lavori di Simona Pavoni e di Giacomo Benevelli si adagiano in un dialogo di forme, un rimando di intuizioni che creano un ambiente vivo. La serie dei Centrini di Pavoni diventa il punto focale delle superfici, racchiudendo una inevitabile memoria emotiva che trova il suo contrappunto nel materiale con cui sono realizzati: vetro frantumato, che rende manifeste le fragilità e mette in discussione i confini delle cose. Sempre di Simona Pavoni la serie di tele Pori che si fanno pelle e che, attraverso i suoi pattern, lasciano trasparire un retro caleidoscopico. Accanto a loro un’altra opera apre un dialogo inaspettato.
Ma il salotto è anche il luogo per eccellenza del dialogo e delle possibilità, dove il corpo si rilassa e la mente si offre al mondo. Una forma in divenire che ritroviamo anche nel lavoro di Giacomo Benevelli, con le sue linee morbide e accoglienti sia nei suoi lavori più geometrici che in quelli più realistici. Come gli animali che prendono il loro posto in mostra e coesistono in una costante vicinanza con l’essere umano, portando ancora una volta alla luce il fatto che, così per Benevelli che per Pavoni, la scultura non si mostra ma abita lo spazio.
Le opere di Pavoni e Benevelli creano un luogo in evoluzione, con linee pulite che trovano morbidezza e continuità nelle sculture di Benevelli, che affrontano con grande consapevolezza i temi della vita nelle sue forme più filosofiche ma anche nella spontaneità a tratti tenera degli animali. Così Simona Pavoni si interfaccia con la capacità di modellare le parti dell’insieme in cui esistiamo, creando una dimensione di continuità e coesistenza.