HIDE & SICK

Studiolo bureau è lieto di ospitare HIDE & SICK, prima personale italiana dell’artista Eliott Paquet (Parigi, 1990) curata da Studiolo e accompagnata da un testo di Gabriella Gasparini.
La mostra è il secondo capitolo di un progetto esposto durante l’autunno 2024 negli spazi dell’atelier Poush di Parigi e intitolato “Ceci Tuera Cela”, (“Questo Ucciderà Quello”) – espressione tratta dal romanzo Notre-Dame de Paris di Victor Hugo e pronunciata dall’arcidiacono Claude Frollo mentre, con la mano posata su un libro, osserva la cattedrale omonima; Un atto di presagio che intendeva sottendere come l’invenzione della stampa avrebbe progressivamente soppiantato la funzione simbolica dell’architettura monumentale. In questo breve passaggio Hugo ci insegna che ogni progresso è inevitabilmente accompagnato dalla perdita di qualcos’altro, ed è proprio da questi “traumi sociali”, tra conosciuto e sconosciuto, tra tradizione e innovazione – in questo caso tra il lento talento della mano e l’infaticabile creazione della macchina – che prende forma il ragionamento di Paquet e tutte le opere di questa serie.
Con HIDE & SICK, l’artista fa un passo avanti di circa un secolo, lungo il cammino di un altro passaggio epocale: quello tra i canoni del sistema costruttivo classico/800esco e i concetti del modernismo. Un cambiamento altrettanto complesso che, dal libro X-Ray Architecture di Beatriz Colombina, si teorizza sia stato anche stimolato da un’ossessione di derivazione medica: quella per la lotta alla tubercolosi e lo sviluppo dei raggi X; gli architetti del razionalismo, ispirati da questi e dall’asetticità tipica dei sanatori, compongono una nuova architettura: funzionale, leggera, trasparente (come una radiografia) e algida come a voler trasmettere un concetto di salubrità sia fisica che mentale; una sintesi facilmente rintracciabile nelle teorie anti-decorative di Adolf Loof, tra i 5 principi dell’architettura di Le Corbusier come negli edifici iper-vetrati di Mies Van Der Rohe e Philip Johnson.