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Il dovere della felicità

 

Il dovere della felicità è un paradosso – affermano Antonello Ghezzi (Nadia Antonello e Paolo Ghezzi) – una questione, un grosso dubbio ed un azzardo. Abbiamo il dovere di essere felici? E se così fosse, come esserlo? Forse verranno in aiuto le stelle, che accompagnano sempre la nostra ricerca e accompagnano da sempre l’essere umano, a cavallo di una vela, alla ricerca della propria direzione. Si vorrà cambiare il mondo? Magari ecco che saremo felici.

Seneca, nel suo saggio “De Vita Beata” (Sulla felicità), discute il concetto di felicità come una condizione interna e non dipendente dalle circostanze esterne: Tutti, fratello Gallione, vogliono vivere felici, ma quando poi si tratta di riconoscere cos’è che rende felice la vita, ecco che vanno a tentoni; a tal punto è così poco facile nella vita raggiungere la felicità, che uno, quanto più affannosamente la cerca, tanto più se ne allontana, quasi esce di strada; che se poi si va in senso opposto, allora più si corre veloci e più aumenta la distanza.
Perciò dobbiamo prima chiederci che cosa desideriamo; poi considerare per quale strada possiamo pervenirvi nel tempo più breve, e renderci conto, durante il cammino, sempre che sia quello giusto, di quanto ogni giorno ne abbiamo compiuto e di quanto ci stiamo sempre più avvicinando alla felicità.

Il cammino verso la felicità sul quale ci portano Antonello Ghezzi è un percorso composto da opere quasi tutte inedite e pensate per questo viaggio.
Se nell’installazione Direzioni (2024) composta da cinque impianti semaforici, una serie di frecce colorate che indicano direzioni diverse, a volte persino opposte, ci rimandano all’idea del caos odierno che suggerisce strade e depistaggi verso la felicità, la grande vela dipinta e mossa da un vento leggero ha come titolo Seconda navigazione (2024), ossia il termine coniato da Platone per descrivere l’esperienza di conoscenza verso la verità che rende liberi e felici.
Ecco che sulle pareti appaiono piccole mappe di cieli incise su carta con la ricostruzione scientifica della mappa delle stelle del 21 marzo 58, su Roma, ovvero quando è stato scritto da Lucio Anneo Seneca l’opera “De vita beata”; del 21/3/300 a. C. su Atene, ovvero quando è stata scritta da Epicuro, la “Lettera a Meneceo” (nota anche come Lettera sulla felicità); del 21/3/399 a.C., su Atene in memoria del processo a Socrate, avvenuto nel 399 a.C.
Forse è proprio guardando il cielo che si trova la via verso la felicità, vogliono dirci Antonello Ghezzi, senza scordare tutto quello che purtroppo ci sta succedendo intorno e riportando anche qui in mostra un’opera realizzata nel 2023 a Beirut.
La mappa delle stelle dedicata a Seneca appare anche come incisione su specchio luminoso insieme ad altre mappe di cieli stellati, stavolta invece non scientificamente esatte ma di fantasia e dipinte con calce su tela alluvionata e intelaiata.
Del cielo vediamo sempre un pezzettino, parziale, dai colori diversi a seconda dell’ora, della posizione, delle nuvole o dell’inquinamento. Uno spicchio della vastità che ci unisce come mondo, se fossimo in grado di sentirci uniti. Le tele riportano le tracce dell’alluvione avvenuta in Romagna nella primavera del 2023.

 

Il dovere della felicità
13 Oct, 24
30 Nov, 24
Antonello Ghezzi
con un testo in forma di dialogo con Padre Bernardo Gianni
Via Gorizia 122