On the Edge of the Eyelid







La Fondazione Costantino Nivola – Orani / Museo Nivola è lieta di presentare la mostra On the Edge of the Eyelid, un progetto installativo-fotografico che esplora i confini tra ricerca artistica e indagine scientifica, con particolare riferimento allo studio della Materia ed Energia Oscura.
La mostra, realizzata con il sostegno di Strategia Fotografia 2024, promossa dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, raccoglie tre inediti progetti realizzati da Fabio Barile (Barletta, 1980), Ezio D’Agostino (Vibo Valentia, 1979) e Luca Spano (Cagliari, 1982).
Gli artisti hanno partecipato a un programma di residenze di ricerca che li ha messi in dialogo con scienziati e ricercatori di istituzioni d’eccellenza, tra cui il Gran Sasso Science Institute (L’Aquila), il Dipartimento di Fisica dell’Università di Cagliari, l’INFN – Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, l’Associazione Ideas di Cagliari, nonché i siti di Sos Enattos (Lula), individuato per la futura realizzazione dell’Einstein Telescope, e il Sardinia Radio Telescope (San Basilio, CA).
I progetti
● Fabio Barile, nell’installazione fotografica, propone tre diversi tentativi di rappresentazione dell’invisibile, mediati da esperienze dirette che alterano e trasformano il processo stesso della visione, rendendolo inevitabilmente fallimentare. L’osservazione degli strumenti di lavoro della fisica e della fotografia – e, più in generale, della conoscenza – lo conduce a registrare gli esiti di un’ironica sfida intellettuale alla decostruzione dei saperi: il banco ottico dell’artista viene smontato e rimontato, generando una sequenza potenzialmente infinita di strumenti precari e inservibili. Una serie di fotogrammi riflette inoltre sull’atto del guardare attraverso “qualcosa”, deformando lo spazio fisico e amplificando la percezione. Completa l’installazione una sequenza di immagini di mani che indicano un oggetto sempre esterno alla scena, destinato a restare ignoto.
● Ezio D’Agostino riflette sul divario di linguaggio visivo tra fotografia e ricerca scientifica, entrambe animate dal desiderio di dare forma visibile ai fenomeni e, al tempo stesso, esposte al ruolo imprevedibile del caso. Dopo una meticolosa ricognizione delle modalità di visualizzazione presenti nella letteratura scientifica, l’artista sperimenta in camera oscura, scegliendo però condizioni anomale e poco controllabili: lavora in presenza di luce diffusa, inserisce cristalli nel corpo macchina e sollecita il materiale fotosensibile con reazioni di energia inattese. Gli esiti, che evocano la fotografia sperimentale italiana degli anni Trenta e le atmosfere surrealiste, mettono alla prova la materia fotografica nel tentativo di eludere o tradire le aspettative della ricerca.
● Luca Spano presenta due serie di lavori che assemblano materiali diversi – carta fotografica, vetro inciso al laser, metallo – e documentano la traccia di fenomeni invisibili. Prendendo spunto dall’esperimento CYGNO, un progetto del GSSI dedicato allo sviluppo di una camera a proiezione temporale di altissima precisione (TPC) per la registrazione di eventi rari, l’artista costruisce un immaginario visivo ancora assente anche in ambito scientifico. Le sue installazioni interrogano l’inadeguatezza di ogni forma di conoscenza, avanzando ipotesi enigmatiche di rappresentazione del reale e mettendo in relazione immagine e testo come strumenti di indagine complementari.