ABABO HUMAN PER 2 AGOSTO 1980

ABABO HUMAN PER 2 AGOSTO 1980 In occasione del 45° anniversario della strage alla Stazione di Bologna, l’Accademia di Belle Arti di Bologna propone ABABO HUMAN PER 2 AGOSTO 1980, un grande progetto espositivo, realizzato in collaborazione con il Gruppo FS Italiane, l’Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage della Stazione di Bologna del […]
Alla designer Patricia Urquiola va il Premio Internazionale “Leonardo da Vinci” alla Carriera

La Florence Biennale annuncia il conferimento del prestigioso Premio Internazionale “Leonardo da Vinci” alla Carriera (per il Design) a Patricia Urquiola, architetto, designer e art director di fama internazionale, la cui assegnazione è fissata per il giorno giovedì 23 ottobre 2025.
(A)typical Nature. La mostra di ISIA Faenza

(A)typical Nature. La mostra di ISIA Faenza Dal 12 al 20 luglio, il Palazzo del Podestà di Faenza ospita (A)typical Nature, la grande mostra immersiva, curata e organizzata da ISIA Faenza a conclusione dell’anno accademico 2024-25. L’esposizione propone un modello aperto, contaminato e visibile di quanto accade a livello di ricerca e progettazione nella […]
Il mare che siamo. Tre mostre alla Casa degli Artisti: Delafon, Folata, Panisson

Sabine Delafon / Sea of Millions. Il blu come promessa di felicità Il viaggio di Sabine Delafon comincia da una stella. Una piccola stella blu, lasciata in giro per il mondo, come segno di passaggio. Oggi quella stella è diventata universo: Sea of Millions è il suo nuovo ciclo di opere, dove il blu oceanico diventa presenza totale, colore che avvolge, attraversa, abita. In mostra, grandi tele monocrome e cartoline dipinte raccontano un’idea di abbondanza e desiderio, in cui il mare non è solo spazio naturale, ma energia diffusa, motore di felicità collettiva. Ogni opera è un frammento di questo grande respiro cromatico, che accoglie lo spettatore in un’esperienza quasi meditativa. Il mare di Delafon è luce, viaggio, emozione pura. Graziano Folata / Cantico dei Fondali. Un mondo che ha perso il suo oceano Graziano Folata, al contrario, parte dal silenzio. In Cantico dei Fondali, il mare non c’è più. O forse non c’è mai stato. Rimangono solo forme residuali, presenze mineralizzate, eco di un diluvio ormai compiuto. Le sue sculture – ippocampi in bronzo fusi a cera persa, conchiglie corrose, ricci di mare privati del loro corpo – popolano uno spazio che richiama tanto i fondali quanto le grotte terrestri. Le immagini stampate dai negativi amplificano l’ambiguità: è terra o è cera? è caverna o è abisso? Folata costruisce un mondo parallelo, senza tempo e senza mare, in cui la materia sembra trattenere il ricordo di un evento irrimediabile. Le sue opere non spiegano, ma sospendono. Offrono un’idea poetica di rovina e rinascita, come se il paesaggio stesso fosse in attesa di una nuova forma. Benedetta Panisson / Sea Storm (Draft). Sessualità marine e archivi sommersi Il mare di Benedetta Panisson è scomodo. Non tanto per la forma, quanto per ciò che costringe a guardare. In Sea Storm (Draft), l’artista veneziana presenta una ricerca visiva e accademica su immagini storiche di sessualità tra animali marini, a lungo archiviate come aberrazioni. Un video del 1993 mostra due polpi maschi di specie diverse in un atto sessuale. Una fotografia del 1911 ritrae due pinguini in Antartide, considerati all’epoca “sessualmente deviati”. Materiali rimossi, che Panisson riattiva con precisione e sensibilità, per riflettere su come il nostro sguardo costruisca le narrazioni del naturale. Sea Storm è solo una bozza, come indica il sottotitolo. Ma è una bozza che già scuote e smonta il modello museale tradizionale, fatto di diorami fermi nel tempo, incapaci di raccontare la complessità del vivente. La tempesta, dice Panisson, è negli occhi di chi guarda. E riguarda anche noi. Cosa ci restituisce il mare, oggi? Non onde, non conchiglie. Ma risonanze interiori, immagini archetipiche, contraddizioni profonde. Nelle tre mostre, il mare è allo stesso tempo inizio e fine, spazio e specchio, madre e vuoto. È il luogo dove tutto ha avuto origine, e quello dove tutto potrebbe dissolversi. Casa degli Artisti diventa così una camera di risonanza liquida, dove tre artisti – attraverso percorsi diversi – ci invitano a perdere l’equilibrio, ad accettare la deriva, ad ascoltare l’abisso. Forse è proprio lì, in quel disorientamento, che possiamo ancora trovare qualcosa di vero. O almeno, qualcosa che ci somiglia.
Dissing | Cecilia Mentasti

Ciò che affeziona disturba. Da questa prospettiva nascono interventi delicati che forzano i linguaggi dell’amore, della cura e del ricordo. La mostra prende forma come una relazione a distanza con la comunità di Toast. Presenze umane e non umane – cani inclusi. Il senso del luogo e della compagnia si fa incerto. Personale costruita attorno a due lavori inediti che si misurano con l’identità e la storia espositiva dello spazio. Cecilia Mentasti (Varese, 1993) è un’artista visiva e art-worker. Ha studiato pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera e si è formata come registrar. Ha co-fondato l’artist-run space BRACE BRACE. Per Anonima Kunsthalle ha realizzato Varese, una ricerca sulla forza politica della periferia. Vive tra Cagno (CO) e Milano. We are disturbed by what we love. From this perspective, gentle interventions emerge. The languages of love, care, and memory are stretched. The exhibition unfolds as a long-distance relationship with the Toast community, encompassing both human and non-human presences, dogs included. In this context, the sense of place and companionship becomes ambiguous. The solo show features two new works that engage with the identity and exhibition history of the space. Cecilia Mentasti (Varese, 1993) is a visual artist and art-worker. She studied painting at the Brera Academy of Fine Arts and trained as a registrar. She is co-founder of the artist-run space BRACE BRACE. For Anonima Kunsthalle, she developed Varese, a research project on the political force of the periphery. She lives between Cagno (CO) and Milan.
OLTRE L’ULTIMO CIELO

Dal 13 luglio al 21 settembre 2025 Casa Sponge ospita Oltre l’ultimo cielo, la prima tappa di un progetto articolato che si svilupperà nel tempo. Si comincia con una mostra collettiva che coinvolge 9 artisti + 1 – Nobuyoshi Araki, Mario Consiglio, Antonello Ghezzi, Stefania Galegati, Giovanni Gaggia, Davide Mancini Zanchi, Gedske Ramløv, Michele Alberto Sereni, Grazia Toderi e Massimo Uberti – chiamati a confrontarsi con il concetto di confine, oggi sempre più segnato da separazioni fisiche, culturali e simboliche.
DADAMAINO. SEGNI, GRAFIE, SPAZI

La mostra propone una significativa selezione di opere realizzate tra il 1975 e il 1996 da Dadamaino (pseudonimo di Edoarda Emilia Maino, 1930–2004), figura centrale dell’arte visiva del Novecento italiano e internazionale. Provenienti in gran parte dall’Archivio Dadamaino, le opere in mostra includono anche alcuni lavori inediti in ceramica realizzati a Matera negli anni Settanta, presso la bottega del maestro ceramista Giuseppe Mitarotonda.
Ultimi giorni per visitare la mostra “CHE GUEVARA tú y todos”

Ultimi giorni per visitare la mostra “CHE GUEVARA tú y todos” Si avvia alla conclusione la straordinaria mostra CHE GUEVARA tú y todos, che in questi tre mesi di apertura ha registrato numeri di grande rilievo, confermando l’interesse e l’attenzione di pubblico italiano ed internazionale. L’esposizione, in corso ancora fino al 30 giugno al […]
DOMENICO VENTURA. Prima che faccia buio

La mostra, promossa con il patrocinio del Comune di Perugia, si compone di oltre trenta opere dando vita ad un cortocircuito visivo e concettuale tra la pittura grottesca, onirica e satirica di Ventura e la monumentalità austera della Sala dei Cannoni della Rocca Paolina, simbolo papale in città, spazio carico di memoria e tensione, come il rapporto dello stesso Ventura nei confronti della Chiesa tra fascinazione e dissenso.
L’Emozione della forma

Il progetto, promosso da Parrocchia Santa Maria assunta di Soncino, nasce dal desiderio di restituire nuova vita e centralità ai luoghi sacri del borgo attraverso il linguaggio universale dell’arte, invitando a un’esperienza intima, spirituale e percettiva.La mostra si articola in due sedi: il Museo delle Campane, di recente restauro, e la Chiesa di San Pietro Apostolo, entrambe nel cuore del centro storico. Le opere dialogano con questi spazi carichi di storia e spiritualità, offrendo un’esperienza immersiva, in cui la forma diventa veicolo di riflessione e ascolto